venerdì 16 aprile 2010

Impulso.

Non saprei descriverlo.
Primo impulso? Scrivere.
Scrivere tutto ciò che mi passa per la testa.
Provarlo a scrivere senza censure.
E con il magone mi rendo conto di avere una persona fantastica accanto.
E ascoltando quella canzone piango dalla gioia.
Felice di ascoltarti.
Felice di averti conosciuto tanto tempo fa.
Felice nel ripensare agli intervalli passati a cantare.
Felice nel sapere che potrei renderti di buon umore.
Ah! Quanto ne sono felice.
E non voglio perderti, vorrei vederci anziani che ridiamo ancora per le cavolate.
Vorrei vederci a 30 anni con i nostri lavori ma ancora insieme.
Vorrei vederci gioiosi e insieme a 50 anni con le nostre crisi di mezza età.
E potrebbe essere una reazione dovuta ad uno sbalzo.
E potrebbe essere una reazione esagerata.
Ma sappi che per me sei Tutto.
Tutto.
E non potrei immaginarmi senza una persona come te.
E non potrei immaginarmi senza le nostre risate.
E non potrei immaginarmi senza le nostre litigate.
E non potrei immaginarmi senza Noi.
E sembrerei melodrammatica.
E sembrerei ripetitiva.
E sembrerei sdolcinata.
Ma sappi che sei e rimarrai sempre la persona più importante della mia vita.

"No I won't be afraid, oh I won't be afraid just as long as you stand, stand by me."

martedì 13 aprile 2010

Rimpianto.

Non riusciva a controllarsi.
La delusione era tale da comportarsi come una bambina.
Una bambina viziata, capricciosa, fredda, cattiva.
E lui?
Bhe, subiva.
Le litigate erano continue, e Lela, pur comportandosi così, soffriva.
Ci stava male. L'orgoglio bruciava dentro, la rabbia quasi la stuprava.
Dov'era finita la dolcezza? La comprensione?
Se ne stava lì ad ascoltare melodie su melodie e scriveva, sì, scriveva. Si sfogava così la bambina.
Che ci trovava nel mettere insieme diverse parole?
Lo sapeva solo lei. Si capiva solo lei.
Non riusciva a lasciarsi andare, non riusciva a viversi la vita nel modo più tranquillo possibile.
Paranoie, troppe.
Il passato forse l'ha distrutta.
E già dopo poche ore che non lo vedeva le mancava, ma la rabbia la bloccava, e non riusciva e liberarsene. Un peso troppo grosso.

Voleva amare, mancava anche quel sentimento, le mancava.
Forse correva troppo forse ascoltava troppa musica deprimente, o semplicemente il suo cuore nobile, diviso dal dolore, aveva bisogno dell'altra metà.
Era lui?
Non lo sapeva, sapeva solo che era una stupida bambina.

lunedì 12 aprile 2010

Viaggio.

Liberandosi la mente iniziò a scrivere. Dietro di lei, pensieroso, la guardava.
Scrutava i suoi movimenti, il suo viso, le sue labbra.
Erano carnose, morbide, lisce, perfette.
Lela si accorse del suo fissare continuo: "A che pensi?"
"Mi manca qualcosa, non so precisamente cosa, ma mi manca. Sono fatto a metà, come una mela tagliata. L'altra parte dov'è? La mia parte?"
"Non riesco a capirti"
"Normale che tu non riesca. D'altronde sono strano, non mi capisco nemmeno io."
"Vorrei farlo, sai, l'essere diverso dagli altri è un elemento da pochi."
"Tu credi? Io non sono diverso, ho detto strano Lela."
"Diverso, strano, per me sei comunque tu. Perché non ti apri? Vorrei conoscerti dentro. Che ne sai? Magari riuscirò a capirti al massimo, vorrei."
Non rispose. Rimase a guardare il vuoto, le sue palpebre sembrava abbracciassero le pupille color dell'erba.
Lela ci rimase male, si chiedeva del perché non la degnasse di uno sguardo. Perché rimase zitto?
Si avvicinò e le mani piccole e candide iniziarono ad accarezzarlo. Egli si tranquillizzò, smise di tremare e la guardò negli occhi.
"Serve tempo, sì, ne sono sicuro, è quello che serve affinché mi apra. Aspetteresti? Avresti la pazienza di avermi così?"
Lo abbracciò. Forte. Entrambi percepirono i brividi, il profumo, il tremare dell'altro.
"L'averti così mi fa impazzire, perfetto."


sabato 10 aprile 2010

Less

Come sempre ci buttiamo giù per il minimo.
Quel minimo che però può rendere la vita vuota, inutile. Non dovremmo cedere, ma d'altronde, chi riesce a controllarsi?
L'autocontrollo.
Difficile, stimabile, maturo, amabile.
Dote appartenente a pochi.
Quei pochi che però fanno molto, già, perché essi riescono, riescono nella vita.
Ma non è forse gente triste?
Non è forse meglio che la linea retta che stiamo tutti percorrendo sia anche un po' curva?
Curve facili, vertiginose, sinuose, morbide, fatte di eccessi e piacere.
Non è forse la felicità?
Curva uguale felicità, ecco, è questo. Ma sicuramente!
Ma questa sensazione non è semplicemente la nostra vita?
Leggere un libro che ci fa stare bene, fare ciò che amiamo, stare con le persone importanti.

E sono banale, sì. Cerco come una stupida di capire che sia la felicità.
Amore, tristezza, euforia. Sensazioni che non può capire nessuno, siamo solo degli esseri piccoli e fragili.
Sì fragili.

sabato 3 aprile 2010

La notte porta consiglio. 2

And for a minute there, I lost myself.
Attendo quel tuo bacio.
Quelle tue labbra carnose che mi fanno morire.

Il tuo modo di prendermi Amore.
Prendimi ora, fammi impazzire.
Non ti ho goduto abbastanza.

Mi siedo su quel divano,
aspetto di sentire il tuo forte odore.
E lo sento! Ossì che lo sento.

Brillo.
Brillo di felicità.
Ora abbracciami forte.

Baciami.
Con delicatezza, le nostre labbra devono fare l'amore.

Come loro nessuno.
ed è bello, sento il tuo sforzo,
la tua voglia di avermi.





E ora fa' lo sforzo di non lasciarmi.


La notte porta consiglio.

E chiudo gli occhi.
Lascio che quella brezza, durante la notte, mi sfiori.
Lascio che sfiori il mio viso, le mie gote, il mio collo, i miei seni.
E potrebbe sembrare banale, potrebbe sembrare infantile.
Mi piace. La adoro. Sono sua, solo lei può toccarmi, solo lei può prendermi e stringermi.
Richiudo gli occhi, questa volta per la stanchezza.
Ti sento di fianco a me, sento le tue mani accarezzarmi, le sento studiarmi.

Non saprei come andare avanti. Quel blocco che mi prende e mi butta giù.
E ti prego affinchè tu abbia cura di me, affinchè tu abbia cura di una stupida che ti aspetta, che continua a riempirsi di paranoie, che non dorme dall'ansia, che non riesce a scrivere qualcosa di diverso.

E continuo a cancellare con questa maledetta penna blu le frasi, censuro senza rendermene conto.
E vorrei semplicemente lasciarmi andare, vederti.

Ti adoro, non sai quanto.

venerdì 2 aprile 2010

C'era il sole!
Ossì, fantastico, c'era aria d'estate. Laila era felice.
Poteva uscire a maniche corte, abbronzarsi, viaggiare con la mente.
Stava camminando per le strade di Milano, la bella Milano.
I suoi capelli neri luccicavano sotto quella luce, erano bellissimi.
E intanto pensava, pensava al fatto d'essere libera finalmente.
A non dover pensare più a nessuno, freedom.
La sua mente era vuota, era riuscita a dimenticarsi tutto e a pensare, finalmente, solo a se stessa.
Mentre camminava osservava le persone, tutte indaffarate, veloci, con gli occhiali da sole, come dovessero scappare e nascondersi da qualcosa più grande di loro.
Perché?
Una società cupa e triste. Popolazione sola e depressa.
Era questo.
Sicuramente.











Mi mangia pian piano.

giovedì 1 aprile 2010

?

"Lasciati andare, sei giovane".
Ma sicuramente facile a dirsi, assolutamente difficile a farsi. Come quando vorresti fare qualcosa di aggressivo ma quell'ansia ti blocca.
Batto su questa tastiera con il magone, non riesco a stare bene. Stress, stress e ancora stress.
E aspetto quella risposta, 'sto lì mentre guardo il tuo nome.
Brilla!
Ma non sei tu.
Ma che hai? Non vado bene?
Oppure questa domanda dovrei farla a me?
ma che cazzo ho? Hai? Abbiamo? Avete?
Impreco i cieli, attendo, sto attendendo!
Ma sei sicuro di quello che provi?
Sei sicura invece tu?
Non è che state giocando? Oppure è semplice timidezza? Le risposte dove stanno?
Fa freddo ora.
Sento freddo.
E quella paura, ho paura, sì. E' forte. Paura di cosa poi?
Non lo so! E quell'autostima che manca, continua a non esserci.
Non sono nessuno, sono un semplice essere umano impaurito.

"Ti amo"
Ti rendi conto di quello che dici? Sei pazzo? Lo provi veramente...?
Non esiste l'amore a prima vista.
Sono problematica! Che si fa? Mi si butta via? Mi insulti perfavore?
No son pazza, punto.
Sto ancora aspettando, aspetto. Ti aspetterò per sempre. E ora ti vorrei qui, vorrei essere rassicurata. Continuo a negare. Nego ciò che sento, ciò che provo e penso. Nego tutto pur di non discutere.
Ti vorrei qui.
Ti vorrei qui.
Vorrei il tuo odore.
Vorrei i tuoi baci.
Vorrei stringermi a te.



Illusioni.


Ho paura.


Ti voglio.


















Dammi delle certezze, sono stanca.
Stanca di tutto. Stanca di essere così debole.
Sono troppo debole, fragile.
Non farmi del male, ti prego. ti prego di non ferirmi. Ti prego di non giocare. Ti prego di non ammazzarmi.